Secondo la raccomandazione dell'Ufficio del Difensore Civico, la Sicurezza Sociale non rispetta i doveri di notifica preventiva della restituzione delle prestazioni sociali o di giustificazione di questa decisione, i limiti legali di compensazione e le garanzie di difesa dei cittadini non vengono rispettati, motivo per cui si richiede una revisione della legge.

Questa revisione permetterebbe di "correggere un insieme di pratiche irregolari che persistono da molti anni, nonostante diversi avvertimenti, nel contesto della riscossione delle prestazioni sociali erogate dalla Sicurezza sociale" e che "sono profondamente dannose per i diritti delle persone".

La raccomandazione si basa sull'analisi di denunce presentate da beneficiari di prestazioni della Sicurezza sociale ai quali è stato richiesto di restituire importi ricevuti anni fa o che si sono visti sospendere o ridurre le proprie prestazioni, come l'assicurazione contro la disoccupazione, il sostegno alle famiglie o le pensioni, senza essere stati ascoltati o informati della questione, spiega la nota.

Secondo il difensore civico, la Sicurezza sociale "si limita a notificare ai cittadini" e "spesso dopo la scadenza del periodo previsto dalla legge per l'annullamento degli atti amministrativi con effetti retroattivi", chiedendo la restituzione delle somme versate, ma senza motivare le ragioni che la giustificano.

"Questa forma di azione impedisce alle persone di comprendere la posta in gioco, di esercitare il diritto di contestazione o persino di invocare la (frequente) prescrizione dell'obbligo di restituzione", sottolinea l'Ufficio del difensore pubblico.

Ci sono anche casi in cui la Previdenza Sociale "procede con un indennizzo automatico e immediato, ancora una volta senza fornire spiegazioni e, di conseguenza, senza concedere l'adeguata possibilità di pagare volontariamente o di richiedere pagamenti rateali".

L'Ufficio del Difensore Pubblico cita gli esempi della "riduzione inspiegabile" di una pensione concessa nel 2023 per compensare un debito del 2014 e dei tagli senza preavviso alle prestazioni di malattia nel 2021 e 2022 per compensare debiti del 1997 e 1999.

"In alcuni casi di compensazione e sospensione delle prestazioni, si è verificato anche il mancato rispetto dei limiti minimi di sussistenza stabiliti dalla legge, il che è particolarmente grave quando si tratta di prestazioni che costituiscono l'unica fonte di reddito dei cittadini interessati", aggiunge il Difensore civico, che sottolinea il "mancato rispetto delle garanzie fondamentali previste dalla Costituzione e dal Codice di procedura amministrativa".

"L'Ufficio del Difensore Civico sottolinea che l'azione della Pubblica Amministrazione deve essere guidata da criteri di giustizia, trasparenza e rispetto dello Stato di diritto, con particolare attenzione alle situazioni delle persone che dipendono dalle prestazioni sociali per garantire il proprio sostentamento", si legge ancora nella nota.

In una nota inviata a Lusa, il Ministero del Lavoro, della Solidarietà e della Sicurezza Sociale(MTSSS) ha dichiarato che "analizzerà con la dovuta attenzione le raccomandazioni" dell'Ombudsman e che cercherà di "dar loro seguito", sia adottando misure per adattare le procedure alla legge sia raccomandando una revisione della legge.

Il MTSSS ricorda inoltre che "stava intraprendendo un cambiamento strutturale delle procedure per evitare o mitigare i pagamenti indebiti che sono alla base del problema individuato dal Mediatore, cosa che dovrà essere ripresa dal prossimo Governo".