Per Bruxelles, "la domanda interna dovrebbe continuare a guidare la crescita economica del Portogallo, nonostante l'incertezza del commercio globale", secondo le previsioni economiche autunnali pubblicate oggi.
Queste previsioni sono più pessimistiche di quelle del governo, che ha inserito nel bilancio dello Stato per il 2026 una crescita del 2% quest'anno e del 2,3% l'anno prossimo.
Per quest'anno, la Commissione europea ha rivisto al rialzo le sue previsioni di maggio dall'1,8% all'1,9%, pur mantenendo la sua previsione del 2,2% nel 2026. Per il 2027, Bruxelles stima una crescita del 2,1%.
La revisione arriva dopo che la stima preliminare per il terzo trimestre del 2025 ha mostrato un'espansione dello 0,8%, favorita dal bonus pensionistico e dall'aggiustamento delle tabelle di trattenuta dell'imposta sul reddito delle persone fisiche pagati ad agosto e settembre, che "hanno stimolato la domanda dei consumatori".
"I consumi privati hanno anche beneficiato di un aumento costante dell'occupazione e dei salari, insieme a tassi di interesse più bassi sui prestiti alle famiglie", osserva Bruxelles, aggiungendo che gli investimenti "hanno mostrato una forte crescita, riflettendo una netta ripresa del settore delle costruzioni nel secondo trimestre del 2025".
D'altra parte, la crescita delle esportazioni è rallentata sostanzialmente a causa delle tensioni e delle incertezze commerciali globali e "il turismo estero ha rallentato dopo diversi anni di forte performance, mentre il turismo interno ha continuato a crescere a ritmo sostenuto", conclude.
Per i prossimi anni, la Commissione prevede che i consumi privati continueranno a crescere a un ritmo costante, con un aumento del reddito delle famiglie e un graduale calo del tasso di risparmio.
"Si prevede che gli investimenti cresceranno ancora più velocemente dei consumi privati nel 2025 e nel 2026, quando l'utilizzo dei fondi del Piano di ripresa e resilienza raggiungerà il suo picco", si legge.
Le importazioni, nel frattempo, dovrebbero continuare a crescere più velocemente delle esportazioni, "anche se il divario di crescita dovrebbe ridursi a partire dal 2026", afferma Bruxelles.







