Migliaia di investitori e le loro famiglie hanno scelto il Portogallo non solo come destinazione di investimento, ma anche come luogo in cui costruire legami personali e professionali a lungo termine, contando su un quadro giuridico chiaro che garantiva la possibilità di richiedere la cittadinanza portoghese dopo cinque anni dalla richiesta di residenza.

I recenti sviluppi relativi alla legge sulla cittadinanza portoghese hanno sollevato serie preoccupazioni in merito alla certezza del diritto, alle legittime aspettative e alla protezione degli investitori i cui processi di residenza sono ancora in corso.

Questa settimana, la Corte costituzionale ha emesso la sua decisione sulla legge sulla cittadinanza, a seguito di due richieste di revisione costituzionale preventiva presentate dal Partito socialista. La Corte ha dichiarato incostituzionali quattro disposizioni, tre delle quali all'unanimità.

Tra le disposizioni annullate vi sono quelle che:

i) impedivano automaticamente l'accesso alla cittadinanza portoghese alle persone condannate per reati punibili con due o più anni di reclusione;

ii) consentivano la revoca della cittadinanza in caso di presunta frode, anche nei confronti dei titolari in buona fede;
iii) stabilivano che le domande di cittadinanza pendenti dovessero dipendere dalla data di approvazione del permesso di soggiorno piuttosto che dalla data di presentazione della domanda di soggiorno, una norma che la Corte ha ritenuto violare il principio di tutela del legittimo affidamento insito nello Stato di diritto sancito dall'articolo 2 della Costituzione; e

iv) ha consentito l'annullamento della registrazione della cittadinanza sulla base di una condotta ritenuta di rifiuto dell'adesione alla comunità nazionale e ai suoi simboli.

Il Presidente della Repubblica rimetterà ora la legge al Parlamento, dove gli emendamenti potranno portare a soluzioni più equilibrate e costituzionalmente valide.

In questo contesto, è essenziale sottolineare che il conteggio del periodo di residenza ai fini della cittadinanza a partire dalla data di presentazione della domanda di residenza deve essere mantenuto. I richiedenti non devono essere penalizzati per ritardi sistemici e inefficienze amministrative imputabili all'AIMA. In quanto autorità pubblica, l'AIMA è tenuta a rispettare i principi di efficienza, proporzionalità, economicità e tempestività, principi che, purtroppo, non sono stati costantemente osservati.

La questione è particolarmente delicata per gli investitori della Golden Visa. Queste persone hanno effettuato ingenti investimenti finanziari in Portogallo, spesso per centinaia di migliaia o addirittura milioni di euro, con una chiara e legittima aspettativa stabilita dalla legge: la possibilità di richiedere la cittadinanza portoghese dopo cinque anni. Molti hanno ristrutturato la loro vita, trasferito la famiglia, iscritto i figli a scuola e preso impegni a lungo termine con il Portogallo sulla base di questo quadro giuridico.

Qualsiasi aumento del requisito di residenza da cinque a dieci anni non dovrebbe applicarsi agli investitori del visto d'oro le cui domande sono in sospeso o che hanno investito sotto il precedente regime.

La mancata tutela di questi investitori minerebbe la certezza del diritto ed eroderebbe la fiducia nello Stato portoghese, una chiave di volta di qualsiasi società democratica governata dallo Stato di diritto.

Inoltre, le domande di visto d'oro sono state sistematicamente private di priorità da parte dell'AIMA, con conseguenti ritardi prolungati. Sarebbe palesemente ingiusto che gli investitori venissero danneggiati due volte: prima dall'inerzia amministrativa e poi da modifiche legislative che non tengono conto dei loro interessi legalmente protetti.

Il Portogallo è da tempo riconosciuto come una giurisdizione stabile, affidabile e favorevole agli investitori. Per preservare questa reputazione è necessario rispettare la certezza del diritto, le legittime aspettative e i principi fondamentali dello Stato di diritto.

Escludere gli investitori del Golden Visa dall'estensione dei requisiti di residenza e mantenere i tempi di ammissibilità alla cittadinanza basati sulla presentazione delle domande di residenza proteggerebbe sia gli investitori che gli interessi economici del Paese. In questo modo si eviterebbe la fuga di capitali, si eviterebbe la perdita di investimenti futuri e si riaffermerebbe l'impegno del Portogallo verso l'equità, la trasparenza e i valori democratici.

Solo una volta approvata la formulazione finale della legge emendata sarà chiaro il reale impatto sui casi in corso. Fino ad allora, è fondamentale che i legislatori assicurino che coloro che hanno investito in Portogallo in buona fede non siano lasciati senza protezione.

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