La ricerca è stata pubblicata sulla rivista "Environmental and Sustainability Indicators" ed è ora resa nota in un comunicato stampa di ARNET - Aquatic Research Network.
Gli scienziati hanno anticipato 15 sfide principali per gli ecosistemi acquatici in Portogallo e hanno identificato le sfide che segneranno il prossimo decennio nella ricerca acquatica, "rafforzando l'importanza di una gestione proattiva e di politiche pubbliche basate sulla scienza".
Nel documento si sottolinea la necessità di espandere e interconnettere le aree marine protette e, per quanto riguarda gli ecosistemi d'acqua dolce, si evidenzia la localizzazione di rifugi per la biodiversità durante i periodi di siccità e i rischi ecologici e sociali dei progetti di trasporto dell'acqua su larga scala tra le regioni (ad esempio, il progetto di trasferimento dell'acqua di Alqueva).
Tra i temi trasversali, il documento cita la necessità di sviluppare nuove soluzioni per individuare e rimuovere gli inquinanti emergenti, come i farmaci, i pesticidi o le microplastiche, e di concentrarsi sul ripristino degli ecosistemi acquatici.
"Per rispondere alle sfide e alle opportunità che gli ecosistemi acquatici portoghesi devono affrontare, i ricercatori avvertono la necessità di maggiori investimenti pubblici e privati nella scienza e nell'innovazione per preparare il Paese ai rischi emergenti e promuovere soluzioni sostenibili", si legge nella dichiarazione.
Sottolineano inoltre l'importanza di una "collaborazione continua" tra scienziati, politici e comunità locali, nonché di una cooperazione interdisciplinare, per anticipare i rischi e sostenere politiche pubbliche basate sulla scienza.
La ricerca è stata condotta da un team di 18 ricercatori di ARNET (Aquatic Research Network), che comprende tre unità di ricerca e sviluppo. È stata finanziata dalla Fondazione per la Scienza e la Tecnologia (FCT).
ARNET è un laboratorio associato riconosciuto a livello nazionale che integra tre centri di ricerca: MARE (Centro per le Scienze Marine e Ambientali) (rappresentato dall'Università di Coimbra, dal Politecnico di Leiria, dall'Università di Lisbona, dall'Universidade Nova de Lisboa, dall'ISPA (Istituto Universitario), dall'Istituto Politecnico di Setúbal, dall'Università di Évora e dall'ARDITI (Università di Madeira), CBMA (Centro di Biologia Molecolare e Ambientale) (Università di Minho) e CIMA (Centro di Ricerca Marina e Ambientale) (Università dell'Algarve).