Il Programma Regressar ha battuto nuovamente i record nel 2025, con 2.851 domande nei primi sei mesi dell'anno, il 30% in più rispetto allo stesso periodo del 2024.
Creato nel 2019 dal governo di António Costa, il programma mira a incoraggiare il ritorno degli emigranti portoghesi e discendenti portoghesi, in particolare quelli partiti durante il periodo della Troika, e copre anche le loro famiglie.
Secondo i dati messi a disposizione di Público dal Ministero delle Finanze, il beneficio fiscale del Fisco associato al programma ha raggiunto i 48,4 milioni di euro solo nel 2023. Dall'inizio dell'iniziativa, sono stati sostenuti quasi 37.000 emigranti, tra cui 17.000 richiedenti diretti e circa 20.000 familiari, tra cui discendenti e coniugi.
Il numero di domande è stato costante. Secondo la pubblicazione, nel 2020, il programma ha ricevuto 1.657 domande, mentre nel 2024 il numero è salito a 3.815. "La misura è stata un successo", afferma Miguel Fontes, ex Segretario di Stato per il Lavoro che ha supervisionato il programma tra il 2022 e il 2024, aggiungendo che la continuazione dell'incentivo è essenziale, anche se il suo impatto deve essere valutato.
Tra i benefici finanziari e fiscali, spicca l'esenzione fiscale del 50% sul reddito per cinque anni dalla data di rientro. Questo beneficio non solo rappresenta un onere, ma genera anche un gettito fiscale aggiuntivo, soprattutto in termini di IVA, compensando parte dell'investimento del governo.
Il programma ha beneficiato di emigranti provenienti da 116 Paesi, con Svizzera, Francia, Regno Unito, Brasile e Spagna come principali destinazioni di origine. La maggior parte dei beneficiari ha un'età compresa tra i 35 e i 44 anni, sono prevalentemente uomini (56%) e le professioni più comuni includono ingegneri, tecnici intermedi e professionisti della sanità. La maggior parte dei rientri si concentra nel Nord e nelle regioni di Lisbona e della Valle del Tago.
Il governo si sta preparando a sostituire il Programma Regressar con il Programma Voltar, che potrebbe estendere gli incentivi non solo ai lavoratori attivi ma anche ai pensionati. Miguel Fontes avverte che questa espansione si discosta dallo spirito originario della misura, che mirava ad attrarre giovani qualificati che erano emigrati, soprattutto durante la crisi della troika.